Gutman, Claude
Trieste : Einaudi Ragazzi, 1998
Abstract: Questo è l’ultimo della trilogia sulla Shoah di Gutman, La casa vuota, L’albergo del ritorno, Parigi ritrovata.Il primo dei tre introduce il personaggio di David, un ragazzino che scrive sul suo diario ricordando la sua vita di prima, rimuginando su quello che gli è successo, che viene svelato piano piano, con una tecnica narrativa caratterizzata da anticipazioni e flashback, quasi a voler seguire i pensieri tormentati di David. È solo, i suoi genitori sono stati presi durante una reta ...; [Read more...]
Questo è l’ultimo della trilogia sulla Shoah di Gutman, La casa vuota, L’albergo del ritorno, Parigi ritrovata.Il primo dei tre introduce il personaggio di David, un ragazzino che scrive sul suo diario ricordando la sua vita di prima, rimuginando su quello che gli è successo, che viene svelato piano piano, con una tecnica narrativa caratterizzata da anticipazioni e flashback, quasi a voler seguire i pensieri tormentati di David. È solo, i suoi genitori sono stati presi durante una retata e deportati, e lui vuole raccontare: “Lo racconterò, anche se dovessi crepare nello scriverlo”. David scrive con frasi brevi, frequenti ripetizioni, ironia amara, che rendono il suo stato d’animo, la sua angoscia, la sua rabbia forte e impotente; racconta quello che ha dovuto subire, e di come si è trovato solo in quella casa vuota, i suoi sensi di colpa per essere sopravvissuto, la sua protesta contro tutto, gli uomini, Dio. - Nel secondo libro, “L’albergo del ritorno”, David trova soccorso e ospitalità presso una guardia campestre. Il tempo della narrazione si fa più lineare, insieme al dolore, la sofferenza, l’odio, si fa strada l’esigenza di capirli e la necessità di elaborarli. “Ormai ero un’unica palla d’odio sul sentiero che conduceva chissà dove.” Si unisce alla resistenza francese. Dopo la Liberazioni torna a Parigi per cercare i genitori. Tutti i giorni va alla stazione: tornano i prigionieri di guerra, e poi degli altri, “gente strana”, “li si sarebbe detti morti, ma camminavano”, i loro occhi tornavano da un “altrove indicibile”. Apprende gli orrori dei campi di sterminio. I superstiti erano come morti viventi che rientravano a poco a poco all’Hotel Lutétia, l’albergo dove si erano insediati i tedeschi durante l’occupazione.“Parigi ritrovata”, l’ultimo capitolo, si apre con Parigi in festa. Inizia il dopo, il tempo di ricostruire una vita sul vuoto. David non sopporta la pietà vera o finta degli altri, e non riuscire a partecipare alla gioia collettiva. “A chi confidare che sei solo quando sei solo? Davvero solo. Una solitudine che pareva rendermi indifferente a tutto, a tutti.” Viene a conoscenza delle teorie di Theodor Herzl e del Sionisno, il sogno luminoso di Eretz Israel che si sostituisce alla “lugubre litania dei campi liberati”. Dopo i pianti, la collera gigantesca, irreprimibile, vuole tornare a vivere. Israele viene presentato come la Terra Promessa, la Francia il paese traditore, ma è davvero così semplice? Oppure si tratta di un’altra ideologia astratta che pretende di fornire tutte le risposte? David si trova preda di un’incomprensione vertiginosa, che lo aiuterà a porsi le domande giuste, sull’uomo, su ciò che conta veramente. Solo allora potrà raggiungere la pacificazione, la libertà, la vita.