Monografia a stampa
Gargiulo, Roberto
Pordenone : Biblioteca dell'immagine, c2009
Abstract/Sommario: Nel 1809 l'Impero francese controllava i destini dell'intero Continente europeo, nonostante l'opposizione dell'Inghilterra e della guerriglia spagnola. Napoleone riservò sempre molta attenzione all'Italia, di cui intuiva l'importanza strategica e le potenzialità politiche. Fu così che, il 26 maggio 1805, la neonata Repubblica Italiana si trasformò nel Regno d'Italia, retto dallo stesso Napoleone, ma di fatto amministrato dal Viceré Eugenio de Beauharnais, suo figliastro. Al curri-culum ...; [Leggi tutto...]
Nel 1809 l'Impero francese controllava i destini dell'intero Continente europeo, nonostante l'opposizione dell'Inghilterra e della guerriglia spagnola. Napoleone riservò sempre molta attenzione all'Italia, di cui intuiva l'importanza strategica e le potenzialità politiche. Fu così che, il 26 maggio 1805, la neonata Repubblica Italiana si trasformò nel Regno d'Italia, retto dallo stesso Napoleone, ma di fatto amministrato dal Viceré Eugenio de Beauharnais, suo figliastro. Al curri-culum di questi mancava solo una grande vittoria militare e il destino bussò alla sua porta proprio quell'anno. L'Austria di Francesco I infatti aveva deciso di tentare la rivincita dei disastri di Ulm ed Austerlitz del 1805. L'offensiva di Vienna, nella primavera del 1809, colse in contropiede anche il Bonaparte. Carlo d'Asburgo, fratello di Francesco, aveva creato un'efficiente macchina bellica, ispirandosi al modello francese e colse alcuni iniziali successi sul nemico. Sul fronte italiano gli austriaci erano guidati da Giovanni d'Austria, fratello di Carlo e Francesco, e la sua prima avanzata sembrò inarrestabile. Dopo l'iniziale ritirata, Eugenio decise però di attestarsi sulla Livenza, creando le condizioni per lo scontro destinato a passare alla storia come battaglia di Sacile, o di Fontanafredda o anche dei Camolli. Si contrapponevano più di 70.000 uomini e la battaglia rivestiva un significato particolare, anche perché costituiva il primo impegno "ufficiale" in patria di quell'Armata d'Italia finalmente costituitasi con la partecipazione di numerosi reparti "indigeni". Nato come serbatoio di uomini per le inesauribili ambizioni di Napoleone, questo primo "esercito italico" diverrà poi uno strumento di penetrazione di nuove idee e nuovi fermenti anche all'interno di ceti sociali e culturali un tempo ad essi impermeabili. La Campagna del 1809 fu forse l'ultima grande, vittoriosa e completa impresa militare di Napoleone. La battaglia dei Camolli ne fu però una delle pagine meno note e questo volume vuole contribuire alla sua "riscoperta", con il ricordo di tutti coloro che divennero involontari protagonisti della Grande Storia.