Abstract: Wojciech Tochman ci trasporta nel presente della ex Yugoslavia con un reportage dal grande valore letterario. Grazie al suo sguardo unico e al suo stile essenziale, sempre aderente alla vita, riesce a trasformare ciò che racconta in un universo narrativo da cui è impossibile staccarsi e rimanere estranei. Un gioco a incastro fatto di storie che sfumano una nell'altra e che ci riporta le testimonianze dei sopravvissuti, i ricordi e la forza delle donne che provano a superare l'orrore e ...; [Read more...]
Wojciech Tochman ci trasporta nel presente della ex Yugoslavia con un reportage dal grande valore letterario. Grazie al suo sguardo unico e al suo stile essenziale, sempre aderente alla vita, riesce a trasformare ciò che racconta in un universo narrativo da cui è impossibile staccarsi e rimanere estranei. Un gioco a incastro fatto di storie che sfumano una nell'altra e che ci riporta le testimonianze dei sopravvissuti, i ricordi e la forza delle donne che provano a superare l'orrore e le conseguenze di un conflitto devastante. Ecco la dottoressa Eva Klonowski che tenta di dare un nome agli scomparsi, ecco le mogli che vorrebbero smettere di attendere, le madri che ancora cercano i figli ma anche le donne che ricostruiscono il presente curando le offese della terra e ricominciando a coltivarla. Cosa rimane quando la guerra finisce e i militari se ne vanno? Quando i reporter fanno i bagagli e ripartono verso altre guerre? Tochman ce lo racconta, con un'opera molto originale, nell'unico modo in cui è possibile farlo, ponendosi di fatto tra i nomi che hanno reso grande il genere del reportage letterario come Ryszard Kapuscinski, Tiziano Terzani, Javier Reverte.
Abstract: Hugo-Bader decide di percorrere la Russia con una jeep, partendo da Mosca per arrivare fino a Vladivostok. Ma soprattutto decide di esplorare la Siberia. Per conoscere il Lago Baikal lo attraversa in kayak, e per avere un quadro completo dello stato delle strade della Russia percorre molte migliaia di chilometri in jeep. Ma quello che lo interessa di più sono le persone. Trascorre molti giorni in incognito con i senzatetto, osserva una comunità che vive nella taiga e rischia di morire ...; [Read more...]
Hugo-Bader decide di percorrere la Russia con una jeep, partendo da Mosca per arrivare fino a Vladivostok. Ma soprattutto decide di esplorare la Siberia. Per conoscere il Lago Baikal lo attraversa in kayak, e per avere un quadro completo dello stato delle strade della Russia percorre molte migliaia di chilometri in jeep. Ma quello che lo interessa di più sono le persone. Trascorre molti giorni in incognito con i senzatetto, osserva una comunità che vive nella taiga e rischia di morire a causa dell'alcolismo, incontra e racconta gli esclusi dell'era di Putin: i rapper, i senza casa, le comunità di sieropositivi ma anche gli allevatori di renne, gli sciamani, i minatori, i superstiti dei vecchi manicomi...
Abstract: Uno sguardo diverso sulla shoah, quello dell’autrice polacca, che prende in considerazione le vicissitudini vitali ed umane di coloro che sono stati sfiorati dal fuoco sterminatore, senza esserne divorati dalle fiamme. Sono brevi storie di “scampati”, coloro che sono riusciti a fuggire dalla tragedia ma che ne hanno dovuto sopportare il peso per tutta la vita. Frammenti di storie, incisive nella loro fuggevolezza, toccanti nonostante il tono dell’autrice sia volutamente piano e misurat ...; [Read more...]
Uno sguardo diverso sulla shoah, quello dell’autrice polacca, che prende in considerazione le vicissitudini vitali ed umane di coloro che sono stati sfiorati dal fuoco sterminatore, senza esserne divorati dalle fiamme. Sono brevi storie di “scampati”, coloro che sono riusciti a fuggire dalla tragedia ma che ne hanno dovuto sopportare il peso per tutta la vita. Frammenti di storie, incisive nella loro fuggevolezza, toccanti nonostante il tono dell’autrice sia volutamente piano e misurato come se anche nella narrazione della catastrofe non potesse sfuggire una parentesi poetica. Un libro necessario come tutti i libri di testimonianza che dimostra come non tutto sia stato già scritto sulla shoa e che testimonia una volta ancora, se ce ne fosse bisogno, l’imprescindibile valore della testimonianza.