Abstract: Arrigo Petacco ricostruisce il clima e le premesse del decennio turbolento che si concluse nel 1870 con "Roma capitale". Rivivono in questo libro, sfrondate dagli orpelli della retorica risorgimentale, le imprese dei briganti, che per cinque anni impegnarono la metà dell'intero esercito italiano; gli eroismi di tanti giovani legittimisti che, affascinati dall'intrepida Maria Sofia, ultima regina di Napoli, si immolarono per la difesa di un mondo destinato a scomparire. Nel racconto, in ...; [Read more...]
Arrigo Petacco ricostruisce il clima e le premesse del decennio turbolento che si concluse nel 1870 con "Roma capitale". Rivivono in questo libro, sfrondate dagli orpelli della retorica risorgimentale, le imprese dei briganti, che per cinque anni impegnarono la metà dell'intero esercito italiano; gli eroismi di tanti giovani legittimisti che, affascinati dall'intrepida Maria Sofia, ultima regina di Napoli, si immolarono per la difesa di un mondo destinato a scomparire. Nel racconto, intessuto di oscuri retroscena, assistiamo alle spedizioni fallimentari di Garibaldi in Aspromonte e a Mentana, ma anche all'inedito tentativo compiuto dal presidente Lincoln di affidare all'invitto, ma frustrato, generale il comando dell'esercito "nordista" impegnato nella guerra di secessione. Rivive, nella sua cruda realtà, anche la terza guerra d'indipendenza, che rivelò l'inadeguatezza della nostra orgogliosa casta militare, battuta a Custoza e naufragata a Lissa (con la sola eccezione della vittoria garibaldina di Bezzecca), che ci consentì di ottenere il Veneto "in limosina", grazie a un umiliante escamotage di Napoleone III. Pur essendogli debitrice della raggiunta unità, l'Italia non esitò ad approfittare della sua disgrazia (la sconfitta subita a Sedan nella guerra contro la Prussia) per impadronirsi di Roma, rimasta indifesa, e consentire così a Vittorio Emanuele II di esprimere, davanti al portone del Quirinale, la sua soddisfazione con una frase diventata storica: "Finalment ij suma!".
Abstract: Dalla partenza del primo soldato italiano nel luglio 1941 al ritorno dell'ultimo prigioniero nel febbraio del '54, Arrigo Petacco ricostruisce in questo libro le quattro fasi della campagna di Russia: la corsa vittoriosa verso la riva del Don, l'eroica resistenza durante il contrattacco sovietico, la rotta disastrosa e infine l'allucinante marcia dei meno fortunati verso i lager sovietici (dai quali torneranno vivi poco più di diecimila soldati su ottantacinquemila che erano partiti). ...; [Read more...]
Dalla partenza del primo soldato italiano nel luglio 1941 al ritorno dell'ultimo prigioniero nel febbraio del '54, Arrigo Petacco ricostruisce in questo libro le quattro fasi della campagna di Russia: la corsa vittoriosa verso la riva del Don, l'eroica resistenza durante il contrattacco sovietico, la rotta disastrosa e infine l'allucinante marcia dei meno fortunati verso i lager sovietici (dai quali torneranno vivi poco più di diecimila soldati su ottantacinquemila che erano partiti). L'autore spiega le reali ragioni e le nefaste illusioni che spinsero Mussolini, nonostante l'opposizione di Hitler, a inviare un'armata su un fronte così lontano a scapito di altri strategicamente più importanti; nel mentre restituisce appieno l'onore di combattenti non solo agli alpini, ma anche a fanti, aviatori, marinai e militi che, nonostante le avverse condizioni e l'inadeguato equipaggiamento, adempirono con valore al proprio dovere. Inoltre, grazie alla documentazione recuperata negli archivi del KGB, ripercorre la drammatica odissea dei nostri connazionali prigionieri nel lager.
Abstract: L'8 settembre 1943, quando dopo 1201 giorni di guerra il maresciallo Pietro Badoglio annunciò la firma dell'armistizio con gli Alleati, circa seicentomila soldati italiani si trovavano rinchiusi nei campi di prigionia che inglesi e americani avevano allestito in varie nazioni del mondo, dall'Egitto all'Algeria, dalla Palestina al Kenya, dal Sudafrica all'India, e persino alle Hawaii. "Ma tu con chi stai, con il duce o con il re?" fu il dilemma di fronte al quale si trovarono i nostri s ...; [Read more...]
L'8 settembre 1943, quando dopo 1201 giorni di guerra il maresciallo Pietro Badoglio annunciò la firma dell'armistizio con gli Alleati, circa seicentomila soldati italiani si trovavano rinchiusi nei campi di prigionia che inglesi e americani avevano allestito in varie nazioni del mondo, dall'Egitto all'Algeria, dalla Palestina al Kenya, dal Sudafrica all'India, e persino alle Hawaii. "Ma tu con chi stai, con il duce o con il re?" fu il dilemma di fronte al quale si trovarono i nostri soldati, colti di sorpresa dall'annuncio della resa senza condizioni accettata dall'Italia e dalla conseguente fuga di Vittorio Emanuele III a Brindisi: dopo avere combattuto per anni contro un nemico preciso e riconosciuto, bisognava scegliere, all'improvviso, se passare o no dall'altra parte della trincea. Di questa massa enorme di giovani una cospicua minoranza scelse di non "tradire", ma gli storici, sia per la scarsità delle fonti ufficiali sia per la "delicatezza" politica dell'argomento, non se ne sono occupati che in maniera superficiale: ancora oggi, gran parte delle notizie utili a una ricostruzione di quegli anni ci giungono da pagine autobiografiche o dai resoconti memorialistici dei protagonisti. Molti dei quali, avendo risposto di no all'appello di Badoglio a rientrare in patria, anche per non subire odiose discriminazioni, preferirono il silenzio. Il libro restituisce voce e memoria ad alcuni di loro.