Abstract: Al centro di questa indagine è il confronto fra gli Stati Uniti e la comunità maggioritaria in Iraq, gli sciiti. Gli eretici musulmani devoti al genero di Maometto, Alì, sono stati oppressi da Saddam Hussein e oggi sono ben decisi ad affermare i propri diritti. Con i "seguaci di Alì" l'America si è scontrata ogni volta che ha tentato di imporre il suo ordine in Medio Oriente. In Iran, divenuto con Khomeini il santuario dell'integralismo islamico; poi in Libano, dove l'invasione israeli ...; [Read more...]
Al centro di questa indagine è il confronto fra gli Stati Uniti e la comunità maggioritaria in Iraq, gli sciiti. Gli eretici musulmani devoti al genero di Maometto, Alì, sono stati oppressi da Saddam Hussein e oggi sono ben decisi ad affermare i propri diritti. Con i "seguaci di Alì" l'America si è scontrata ogni volta che ha tentato di imporre il suo ordine in Medio Oriente. In Iran, divenuto con Khomeini il santuario dell'integralismo islamico; poi in Libano, dove l'invasione israeliana ha fatto aumentare a dismisura il potere di Hezbollah, il "partito di Dio"; e oggi in Iraq. Tra Beirut, Damasco, Teheran e Baghdad, il volume percorre l'arcipelago sciita alla scoperta dei personaggi e dei luoghi che ne hanno forgiato il destino e ne determineranno il futuro.
Abstract: «A Martha Gellhorn», recita la dedica della prima edizione di "Per chi suona la campana", il capolavoro di Ernest Hemingway. Tutto qui, un nome e un cognome: quelli della più grande corrispondente di guerra del Novecento. La donna che con Hemingway ha mosso i primi passi da giornalista sul campo, nel 1937, a Madrid sotto le bombe. Che presto è diventata più brava di lui nel mestiere di raccontare i fatti. Che lo ha amato, sposato, lasciato, in un'appassionata storia d'amore tinta di ri ...; [Read more...]
«A Martha Gellhorn», recita la dedica della prima edizione di "Per chi suona la campana", il capolavoro di Ernest Hemingway. Tutto qui, un nome e un cognome: quelli della più grande corrispondente di guerra del Novecento. La donna che con Hemingway ha mosso i primi passi da giornalista sul campo, nel 1937, a Madrid sotto le bombe. Che presto è diventata più brava di lui nel mestiere di raccontare i fatti. Che lo ha amato, sposato, lasciato, in un'appassionata storia d'amore tinta di rivalità. E che per tutta la vita ha avuto una sola missione: «Andare a vedere». I reportage rigorosi e avvincenti di Gellhorn coprono i fronti più caldi del secolo breve: è stata sul confine della Finlandia durante l'invasione russa (trovando il tempo per una cena con Montanelli) e accanto alle truppe alleate a Montecassino; è stata la prima reporter donna a sbarcare sulle spiagge della Normandia e poi a entrare a Dachau liberata dagli americani. È andata in Vietnam, decisa a smascherare le menzogne della propaganda ufficiale Usa. Una carriera attraversata dalla gloria e dalla tragedia, segnata dalla solitudine delle donne indipendenti e controcorrente. Oggi le guerre sono cambiate, l'ingiustizia ha preso altre forme, ma nessuno dei problemi contro cui Martha ha passato la vita a battersi è stato risolto. Sono sempre i più poveri, a cui lei ha saputo dar voce, a pagare i conflitti militari ed economici. Sono ancora le donne, come è successo a lei, a dover faticare di più per farsi strada, in guerra come in pace. In queste pagine, che illuminano gli anni più folgoranti di Gellhorn, la sua voce si intreccia con quella di Lilli Gruber, che interpella anche altri grandi corrispondenti. Raccontando, di battaglia in battaglia, la bellezza e la responsabilità del giornalismo in un tempo che ha più che mai bisogno di verità.