Ragazzi
De Vita, Nino
Roma : Orecchio acerbo, c2006
Abstract: Caspita che cacciatore accanito, che avvilimento che ero io, per gli uccelli, una volta. Bastava che due ali si muovessero, un ciuffetto, una testina - da una verga, la cima di qualche cosa - e tiravo. E se non c'erano uccelli, sparavo alle latte svuotate, alle foglie di fichidindia, ai pomodori lanciati in aria, a coppole e berretti... Dovevo sparare." Da un poeta siciliano, la storia di un cacciatore che improvvisamente capisce l'insensatezza e l'assurdità dell'uccidere. Un racc ...; [Read more...]
Caspita che cacciatore accanito, che avvilimento che ero io, per gli uccelli, una volta. Bastava che due ali si muovessero, un ciuffetto, una testina - da una verga, la cima di qualche cosa - e tiravo. E se non c'erano uccelli, sparavo alle latte svuotate, alle foglie di fichidindia, ai pomodori lanciati in aria, a coppole e berretti... Dovevo sparare." Da un poeta siciliano, la storia di un cacciatore che improvvisamente capisce l'insensatezza e l'assurdità dell'uccidere. Un racconto duro e commovente accompagnato dalle illustrazioni di Michele Ferri.. - "Caspita che cacciatore accanito, che avvilimento che ero io, per gli uccelli, una volta. Bastava che due ali si muovessero, un ciuffetto, una testina - da una verga, la cima di qualche cosa - e tiravo. E se non c'erano uccelli, sparavo alle latte svuotate, alle foglie di fichidindia, ai pomodori lanciati in aria, a coppole e berretti... Dovevo sparare." Da un poeta siciliano, la storia di un cacciatore che improvvisamente capisce l'insensatezza e l'assurdità dell'uccidere. Un racconto duro e commovente accompagnato dalle illustrazioni di Michele Ferri.. - La storia di un cacciatore accanito che un giorno si rende improvvisamente conto del suo comportamento iniquo, seguita dal poema originale in dialetto siciliano.. - Versi in caratteri di varia forma e grandezza, illustrazioni a colori, postfazione.